Questo che segue è il testo del volantino che distribuiremo domani alla manifestazione del 18 maggio a Pavia.
Siamo alcuni attivisti di Pavia. Abbiamo formato il Collettivo Senza Slot perché pensiamo che il gioco d’azzardo e in particolare le macchinette mangiasoldi siano uno strumento di oppressione ai danni della classe lavoratrice e dei ceti medio bassi. Il gioco d’azzardo liberalizzato è uno strumento del capitalismo per fare profitto sulle spalle della povera gente. Lavoratori, disoccupati, precari, studenti e pensionati si impoveriscono ancora di più giocandosi il loro scarso reddito alle slot machine e una cupola di ricchi fa profitti da favola.
Abbiamo iniziato creando il sito SenzaSlot.it che contiene una mappa dei bar senza macchinette e invitando a prendere il caffè solo dove non ci sono le slot machine. Ce ne hanno segnalati già più di 1250! Ma quello era solo l’inizio, ci siamo subito messi al lavoro per costruire la manifestazione popolare del 18 maggio.
Abbiamo delle idee molto precise su questo tema e non vogliamo limitarci a lamentarci o proporre soluzioni farlocche come quelle che stanno avanzando i politici degli stessi partiti che hanno creato il problema. Il decreto Bersani è quello che ha aperto la diga del gioco d’azzardo liberalizzato, ma anche Berlusconi ci ha messo del suo. Dall’inizio della crisi economica, poi, la preoccupazione dei governi politici o tecnici è sempre stata quella di estendere il gioco d’azzardo come fonte di entrate per le casse pubbliche.
Secondo noi non esiste una soluzione basata sul libero mercato più o meno regolamentato (alzare le tasse, bloccare l’accesso dei minorenni al gioco, controllare la distanza delle sale slot dalle scuole… sono tutti palliativi che non risolvono il problema). Finché esiste un blocco di potere capitalista, composto dalle mafie e dalla cupola dei concessionari e dei gestori del gioco (Assotrattenimento Confindustria), che vive gonfiando la bolla speculativa del gioco d’azzardo (legale e/o clandestino), regolamentare non servirà a nulla.
Non si può ammaestrare una tigre per convincerla a diventare vegetariana!
Per questo motivo noi rifiutiamo tutte le ipocrisie, come quella della giunta di Pavia che si spaccia per “no slot” ma in realtà non vuole fare niente di concreto. Basta pensare che nei banchi della maggioranza in consiglio comunale che sostiene Cattaneo siede un consigliere esperto di slot, Giovanni Demaria, che ha un evidente conflitto d’interessi visto che è un dirigente della Royal Games! La ‘ndrangheta (clan Valle-Lampada a Vigevano) ha iniziato la sua penetrazione nella nostra provincia proprio gestendo i videopoker truccati. Il fatto che la politica di Pavia sia stata al centro dell’attenzione anche per i suoi rapporti con la ‘ndrangheta non è significativo?
Non siamo liberisti ma non siamo neppure proibizionisti, perché sappiamo che il proibizionismo favorisce le bische clandestine della mafia. Come per le droghe, esiste una terza possibilità e cioè la LEGALIZZAZIONE CONTROLLATA.
Facciamo una proposta articolata ma netta:
1. Mettere al bando tutte le occasioni di lucro privato sul gioco d’azzardo liberalizzato, a partire dalla cacciata delle macchinette da bar e altri locali pubblici ad accesso libero. Questo implica naturalmente il ritiro delle concessioni ai privati, sferrando un colpo durissimo alla potente lobby delle macchinette.
2. Riformare radicalmente il gioco d’azzardo sotto controllo statale, inclusi Gratta e Vinci, Superenalotto e simili, intervenendo in modo che non siano più fonte di guadagno per le casse statali. Il consumo di azzardo non deve essere favorito dallo Stato con vergognose campagne propagandistiche (“Ti piace vincere facile?” ecc.). Rompere la dipendenza delle casse statali dal gioco d’azzardo è necessario quanto rompere la dipendenza dei singoli individui dalle macchinette.
3. Trasformare le sale slot private in sale slot statali (chiudendone contestualmente la maggior parte). In questi “casinò pubblici” dovrebbero essere collocate macchinette particolari, molto lente e con un pay-out prossimo al 100% in modo da attuare politiche di riduzione del danno. L’erogazione del gioco d’azzardo sarebbe fortemente controllata e non avrebbe le caratteristiche di “trappola” che ha oggi (luci soffuse, superalcoolici gratuiti, rumori frastornanti, “sospensione dello scorrere del tempo”). Le sale slot pubbliche non avrebbero fini di lucro e lavorerebbero in stretta connessione con il servizio sanitario nazionale con l’obiettivo di portare i giocatori patologici fuori dal tunnel..
Inoltre, la lotta contro il gioco d’azzardo per noi è anche una lotta culturale anticapitalista: ai giovani e ai lavoratori diciamo che per cambiare la propria vita non devono sperare in un colpo di fortuna che li riempia di soldi, scimmiottando quello che fanno i ricchi quando giocano in Borsa.
Per cambiare la propria vita bisogna lottare!
Le nostre rivendicazioni sono condivise e sostenute dai compagni del Nuovo Cinema Palazzo di Roma, uno spazio occupato due anni fa da residenti, artisti, studenti e lavoratori contro il progetto di apertura di un casinò nel quartiere popolare di S.Lorenzo.
Se capisco che un esercente debba essere libero di offrire o non offrire un prodotto, non capisco perchè un cittadino non debba essere libero di scegliere come spendere il proprio denaro.
Lo Stato Etico è caratteristica dei regimi autoritari, o non lo sapete?
Forse è il caso che lavoriate per una regolamentazione ancora più seria e basata su numeri (che le Amministrazioni pubbliche NON SANNO LEGGERE) dell’offerta di gioco, piuttosto che su un proibizionismo antistorico.
Saluti,
eugenio
Il problema è che dopo le prime volte che gioca, un cittadino non è più libero di decidere se buttare o no i suoi soldi nella cassonetto del gioco d’azzardo. Quindi non parlerei di ‘libertà’ di spendere i propri soldi. Le testimonianze delle persone affette da questa malattia, che ne siano uscite o no, parlano di dipendenza vera e propria, che ti porta a continuare a giocare anche se vorresti smettere (proprio come un tossico-dipendente); quindi è giusto che si faccia qualcosa per loro, prima di tutto eliminando completamente tutto ciò che possa persuadere a giocare (pubblicità, esposizione dei gratta e vinci, ecc…), e poi togliendo la maggior parte delle macchinette. Certo, qualcuno potrebbe dire che non serve a niente togliere le macchinette perché chi vuole le cerca altrove, ma è anche vero che se ci sono meno slot, è meno probabile trovarle libere e questo potrebbe dissuadere al gioco se non tutti, almeno alcuni.
Ciao Eugenio,
forse non hai letto quanto abbiamo scritto. Noi non siamo proibizionisti.
Abbiamo anche scritto un post apposito per rispondere a questa accusa che ci viene spesso rivolta: http://www.senzaslot.it/proibizionismo-e-antiproibizionismo/
Buona (ri)lettura.
Siete solo dei post-comunisti in cerca di notorietà.
Resto convinto che il miglior modo di migliorare la situazione è mantenere il controllo pubblico sul gioco in denaro, aumentare i controlli che fa sempre bene e non destinare gli svariati miliardi di entrate erariali solo a pagare stipendi pubblici ma ad offrire servizi pubblici, a partire dall’assistenza a coloro (non so quanti siano, ma certo non i milioni che dite voi…) che non si sanno regolare.
Come a quelli che non si sanno regolare con il fumo, il cibo, l’alcool, il sesso.
Per non sapersi regolare con le cazzate, purtroppo, non è ancora stata trovata una cura.
Macché “post-comunisti”! Siamo comunisti proprio! 😀
Mi pare di capire che la “soluzione” che proponi è lasciare più o meno tutto com’è, mandare un po’ di finanzieri in più in giro e tagliare gli stipendi dei lavoratori statali. Insomma, secondo te il problema non è così grave oppure non ci si può fare niente. Secondo noi invece è gravissimo e ci si può fare molto. Non siamo fatalisti come te.
Su una cosa però siamo d’accordo con quello che scrivi: “Per non sapersi regolare con le cazzate, purtroppo, non è ancora stata trovata una cura”. I tuoi commenti ne sono la prova!
PS: Salutaci il Dott. Giannino: http://www.fermareildeclino.it/users/eugenio-migliore Chi l’avrebbe mai detto che tu fossi un “imprenditore della ristorazione” aderente a un partito ultraliberista? Domanda: nei tuoi ristoranti e bar ci sono le slot machine e i Gratta e Vinci?
Ciao Mauro, mi permetto di dirti che il tuo PS a Eugenio Migliore è un pò di cattivo gusto. Vuole dire che tu, essendo bravo col computer, sei andato a fare una ricerca internet per capire chi è chesto signore, cosa fa, la sua affiliazione politica, ecc. Poi lo rendi publico.
Veramente mi ricorda l’approccio di qualche esponente di quel comunismo di cui sei orgoglioso: Berija, Dzerjinsky,…
T.I.E.D.W
Ringrazio Yogananda per esplicitare ciò che è evidente ad ogni persona di buon senso.
Nel mio ristorante non ci sono slot.
Ho due bar in gestione, dove le slot ci sono, in quanto credo che siano un normale passatempo; so che i gestori controllano gli eccessi degli avventori, che per fortuna non accadono se non con occasionali frequentatori.
Avevo in mente di partecipare con altri ad una sala VLT, in quanto credo che il gambling sia una forma di intrattenimento per persone mature, unito agli spettacoli ed alla ristorazione, come in tutti i Paesi evoluti dell’Occidente.
Gli investimenti erano troppo alti per me, gli altri l’hanno aperta e non guadagna molto: probabilmente chiuderà nel corso dell’anno.
Sono d’accordo con voi su due cose.
La prima: ogni imprenditore deve essere libero di scegliere come e con cosa lavorare, quindi plaudo all’iniziativa che evidenzia come sia possibile dichiarare e pubblicizzare l’assenza di slot in un locale.
La seconda: oggi il gioco d’azzardo è VISIBILE.
Ma è proprio su questa visibilità che persone come voi fanno le loro campagne. Quando quindici anni fa le slot erano nei retrobottega, negli scantinati, ed erano TUTTE gestite in modo illegale e senza alcun controllo tecnico, commerciale e fiscale, voi dov’eravate?
E quindi facile pensare, ora, che i vostri scopi siano di pubblicità, ambizione di visibilità o, peggio di volontà di re-immersione del gioco in denaro per favorire – in questo caso, veramente – chi ci possa lucrare in modo completamente illegale.
Come le tombole in nero delle Case del Popolo che fanno concorrenza ai Bingo per i quali imprenditori onesti hanno sborsato centinaia di migliaia di euro per le concessioni statali.
E potrei continuare.
Ma non so se siete in grado di capire, con le fette di prosciutto sovietico di fronte agli occhi.
Ciao Yogananda,
a parte il riferimento finale a Berija (se sapessi come la penso veramente capiresti quanto è assurda questa accusa, cerca anche tu un po’ su Google, per esempio: https://twitter.com/maurovanetti/statuses/104966662201159680 ), vediamo di mettere le cose nell’ordine giusto.
Migliore è arrivato qui dandoci dei totalitari e dei proibizionisti, senza neanche leggere cosa abbiamo scritto sul tema. Quando gliel’ho indicato, ha risposto insultandoci e facendo ipotesi sulle nostre motivazioni e sulla nostra affiliazione politica.
Se ci si pone su questo piano (“Siete post-comunisti e lo fate per la notorietà”), il minimo che può capitare è che uno verifica la coerenza dell’interlocutore: che cosa sei tu invece? per che cosa lo fai?
Se Eugenio è venuto qui a togliere il velo della nostra presunta ipocrisia, allora togliamo noi il suo. Io penso che sia molto significativo che tutte le pochissime persone che vengono qua sopra a criticarci lo facciano insultando e che salti subito fuori che sono persone che hanno scopi politici e di lucro nella loro difesa delle macchinette mangiasoldi.
Non mi pare di aver insultato nessuno.
Io difendo una visione della società e dell’economia diversa dalla vostra.
Ed intendo farlo qui proprio perchè – ed è un vostro merito – avete investito tempo per creare questa tribuna.
Non sono convinto – come dimostrate nelle vostre uscite pubbliche – che siate portati od educati ad analizzare le posizioni ed i punti di vista altrui.
Ho scopi politici e di lucro nella difesa delle slot machine (le AWP: sulle VLT sono meno convinto, come ho spiegato), come almeno altre 100.000 persone in Italia, chi più, chi meno.
Mi pare che anche voi abbiate scopi politici. Di lucro, spero di no, a differenza di altre associazioni di “consumatori” che amano ricevere sovvenzioni pubbliche o dagli operatori di settore per pseudo-studi sulle patologie.
Mi auguro di aver chiarito.
Chiunque può andare su e leggere il tuo secondo e terzo commento e vedere chi è che è venuto qui ad insultare pieno di pregiudizi. La prima risposta che ti ho dato era di dialogo ma hai preferito fare altrimenti. Se però vuoi tornare su un terreno più tranquillo e civile, io ci sto.
PS: “Yogananda”, che ha esordito a sua volta insultandoci, ci scrive da un indirizzo IP che appartiene a Lottomatica. Quante coincidenze… Ma anche a lui dico: se ti calmi un po’ possiamo dialogare.