La nuova giunta PD del Comune di Pavia, mentre Renzi a livello nazionale continua con la logica della “spartizione del bottino” delle slot fra Stato e privati, ha invece emanato un’ordinanza che va nella direzione positiva di ridurre il tempo di accensione delle macchinette mangiasoldi. Due società che fanno profitti a Pavia con le slot machine hanno fatto ricorso al TAR e l’ordinanza è stata “congelata” per alcune settimane. Dal 4 dicembre l’ordinanza è stata sbloccata e quindi è al momento pienamente operativa nella nostra città.
Facciamo alcune considerazioni:
- Il TAR non ha ancora detto definitivamente se l’ordinanza del sindaco è legittima o meno: per saperlo occorre attendere la sentenza.
- Intanto però ha già detto chiaramente che l’ordinanza serve a proteggere la salute dei cittadini. Avendo questa funzione, l’ordinanza deve prevalere (e quindi restare applicabile) contro la pretesa dei padroni di aver subito un danno economico. Se anche l’hanno subìto, dice il TAR, di fronte alla tutela dei cittadini la loro pretesa di sospendere l’ordinanza non merita di essere accolta. Può sembrare una considerazione ovvia (e per noi lo è), ma è importante che il TAR l’abbia detto in modo così netto, perché non è frequente che lo faccia.
- L’orientamento del TAR, che fino al mese scorso sembrava decisamente favorevole ai padroni delle slot, sta cambiando (si veda la condotta del tutto simile che ha seguito rispetto all’ordinanza di Milano, gemella di questa), ed è lo stesso tribunale a riconoscerlo.
- Nella manifestazione del 18 maggio 2013 avevamo chiesto agli amministratori locali di mettere i bastoni tra le ruote al gioco d’azzardo, fermo restando che è la legge nazionale che va cambiata drasticamente per risolvere davvero il problema. Tra le quattro proposte concrete che facevamo c’era proprio quella di intervenire sugli orari.
- Otto ore di accensione delle slot restano troppe, ma sicuramente è un passo avanti che le slot siano tenute spente fino alle 10, dalle 13 alle 18 e dopo le 23. Le cinque ore di accensione continuativa dalle 18 alle 23 restano un intervallo troppo lungo per interferire seriamente con l’insorgenza del gioco d’azzardo patologico.
- Il danno economico al business dell’azzardo sarà reale se l’ordinanza verrà fatta rispettare e infatti SNAI e padroni del bingo hanno fatto ricorso. Bisogna adesso attuare dei controlli meticolosi affinché bar, tabaccherie e sale slot non sgarrino neanche di un minuto.
- Le multe previste sono troppo basse per costituire un disincentivo serio se ci si limiterà a controlli sporadici. Con una multa minima di 25 euro tanto vale non spegnerle neanche, si guadagna di più di quel che si paga di multa. La multa massima di 500 è comunque comparabile al profitto del gestore per qualche giorno di attività della macchinetta.
- A Torino la questura ha notato che i pagamenti delle multe per le slot illegali sono spesso effettuati non dagli esercenti ma, sottobanco, dalle ditte installatrici, che vogliono “neutralizzare” l’effetto deterrente delle sanzioni su baristi e tabaccai. Anche a Pavia l’ordinanza è stata in vigore per una settimana e abbiamo potuto verificare di persona che pochissimi la rispettavano. Alle domande dei giornalisti, alcuni esercenti hanno risposto che aspettavano le indicazioni degli installatori e addirittura associazioni di categoria hanno sostenuto che i contratti coi gestori delle slot legavano le
mani agli esercenti esponendoli ai rischi di dover pagare delle penali se rispettavano le regole comunali (ovviamente, è falso: un contratto non prevale mai su una norma imperativa, cioè una norma che esplicitamente dice di non poter essere derogata). Questo atteggiamento è inquietante perché dimostra che c’è una tendenza del business delle slot machine a creare una sorta di “legge parallela” dove il profitto da macchinette sta sopra la legge ufficiale; non serve chiarire quale tipo di fenomeno criminale si basi sulla stessa mentalità. - La lotta per deslottizzare Pavia è solo iniziata e continua con la vigilanza sull’applicazione dell’ordinanza sugli orari, con le centinaia di firme raccolte per la campagna #Spiazziamole, col boicottaggio del caffè nei bar con le slot e con nuove proposte più dure contro questa piaga che colpisce la nostra città che avanzeremo anche al tavolo consultivo sul gioco d’azzardo convocato dalla giunta comunale.
Daje, è comunque un ottima cosa. Siamo solo all’inizio!
Lo Stato dovrebbe interrogarsi seriamente sulla vergogna di usare i ricavi dal gioco d’azzardo patologico come risorsa nel bilancio dello Stato …..è quanto di più immorale possa esistere.
“….slot spente fino alle 10, dalle 13 alle 18 e dopo le 23”: chi controlla che nei vari locali di PV e provincia le slot sono veramente spente? A me capita spesso di trovare locali con le slot accese fuori orario…. dove sono i controlli??