Da quando abbiamo lanciato questo sito abbiamo ricevuto una quantità impressionante di apprezzamenti e di attenzione sui mass media. Stavamo iniziando a insospettirci, perché siamo gente che crede che le cose che serve dire siano quelle controverse. Possibile che in Italia tutti siano contro le macchinette mangiasoldi? E allora perché esistono?
Intendiamoci, già sapevamo che alcuni favorevoli alle macchinette ci sono: le mafie. Ma non esistono siti web ufficiali delle varie organizzazioni mafiose e di solito capicosca e capibastone non vengono intervistati, quindi potevamo solo immaginarci la loro ostilità silente.
Per fortuna, AS.TRO, ovvero Assotrattenimento, ha un sito web ufficiale e quindi ha potuto dire la sua, dimostrandoci che c’era effettivamente qualcuno a cui stavamo dando fastidio. Assotrattenimento è l’associazione, aderente a Confindustria, che rappresenta “gli operatori del gioco lecito”. Sono i padroni delle macchinette mangiasoldi. Quando vedete qualcuno che si sta impoverendo e distruggendo psicologicamente a un videopoker legale, pensate che mentre lui va in rovina qualcuno si sta arricchendo: probabilmente è un socio di Assotrattenimento.
Questi gentiluomini ci hanno scritto una lettera aperta, che trovate a questo indirizzo. Si intitola Da AS.TRO una proposta agli autori “pavesi” del sito www.senzaslot.it. (Perché hanno messo “pavesi” tra virgolette?)
La proposta provocatoria sarebbe quella di fare un altro sito, www.bar-no-alcool-ai-minori-no-alcool-dopo-22-no-spaccio-interno-no-mafia (l’ufficio stampa di AS.TRO, oltre ad usare le virgolette a modo suo, non sa come è fatto un indirizzo web). Infatti, ci spiegano i produttori di videopoker, sono ben altri i problemi; i giornalisti hanno inventato un termine per questo modo furbetto di svicolare in una discussione spinosa: “benaltrismo”. Insomma, a quanto pare SenzaSlot.it dovrebbe parlare della fame nel mondo e di molti altri problemi più pressanti. I padroni delle slot sono davvero dei filantropi a darci questo disinteressato consiglio!
Il bello è che di alcoolismo e di spaccio noi abbiamo parlato. C’è una sezione del nostro sito, FAQ (che significa “domande poste sovente”), dove spieghiamo un po’ come la pensiamo. Citiamo letteralmente:
Ci rifacciamo alla tradizione di lotta della sinistra anticapitalista contro l’alcoolismo, l’eroina (“Eroina, fascisti e polizia / dai nostri quartieri vi spazzeremo via”) ecc. Chi è schiavo delle macchinette non potrà ribellarsi dalle altre schiavitù di cui è vittima in questa società.
Abbiamo parlato anche della mafia, e ci preoccupa che AS.TRO non si renda conto che la battaglia contro le slot è una battaglia anche contro le organizzazioni mafiose:
Spesso i padroni delle macchinette sono le grandi organizzazioni criminali di stampo mafioso, che gestiscono il racket delle slot illegali. Anche le macchinette a norma sono imposte ai bar sia offrendo una piccola parte dei guadagni, trasformando i gestori dei bar in pusher e complici, sia con atteggiamenti ricattatori o vere e proprie intimidazioni mafiose.
Ovviamente AS.TRO dirà che loro, rappresentando il gioco lecito, contrastano il gioco illecito. Noi crediamo invece che il gioco lecito non sia sostanzialmente diverso da quello illecito e che i due mercati si alimentino a vicenda. Sono due facce della stessa medaglia. Chiunque legge i giornali sa che continuamente vengono sequestrate macchinette illegali poste di fianco a macchinette legali. È colpa di AS.TRO? Certo che no, ma noi faremmo volentieri a meno delle une e delle altre. Pagare un po’ di tasse su queste macchinette non le rende socialmente e culturalmente accettabili.
Detto questo, serve anche un po’ di senso delle proporzioni. Parificare il dramma sociale delle macchinette con il fatto che i bar servano alcoolici dopo le 22 ci sembra veramente un tentativo di buttarla in caciara. In Italia esiste una tradizione culturale millenaria legata a un uso moderato dell’alcool, sembra un po’ estremo pensare che vada messo fuori legge chi alla fine di una cena verso le 22:30 si beve un bicchiere di vino. Non ci appartiene la minimizzazione dei rischi delle dipendenze, ma neppure il proibizionismo fine a sé stesso. Abbiamo addirittura segnalato nelle nostre FAQ che la stessa caffeina è una sostanza che dà dipendenza:
Anche la caffeina è una sostanza che dà dipendenza, ma è una dipendenza leggera attorno alla quale si è costruita nei secoli una cultura positiva che la modera e la sorregge. Questo non è possibile con le macchinette, e non vogliamo contribuire a costruire l’illusione che giocare alle macchinette possa diventare un piccolo vizio innocuo come prendere un caffè.
Il punto è proprio questo: esiste il caffè decaffeinato, esiste chi beve vino in modo sano e controllato; non esiste un modo sano di giocare al videopoker perché i software sono costruiti con l’obiettivo esplicito di creare una dipendenza. Siamo informatici, non ci fregate. 🙂
Infine, respingiamo al mittente anche il tentativo di dipingerci come demonizzatori degli esercenti (“Il bar senza slot rivela un indole dell’esercente affrancata dalla bramosia di guadagno?”). Anche in questo caso, sarebbe bastato leggere le FAQ:
Ce l’avete con chi lavora nei locali che hanno le macchinette?
Assolutamente no. Vogliamo fare una pubblicità positiva ai proprietari dei locali che rinunciano ad avere delle macchinette, ma sappiamo che ci sono molti piccoli proprietari di bar che vorrebbero rinunciare ma per vari motivi non riescono; talvolta sono obbligati a farlo dalle mafie che controllano il racket dei videopoker non a norma.
Quelli che ci interessano più dei proprietari, tuttavia, sono i dipendenti (spesso precari o in nero) che lavorano nei locali con le macchinette.
Comunque, questa polemica pretestuosa a una cosa è servita: a capire come mai in Italia i politici non intervengono contro le slot machine. Perché esistono lobby potenti, come questa associazione che fa parte di Confindustria, che premono per difendere questo meccanismo nefasto di redistribuzione del reddito dai poveri verso i padroni dei videopoker.
Forse, anche contrastare le slot è lotta di classe.
[…] e contro lo spaccio e la mafia all’ interno dei bar. Una provocazione che ha ricevuto subito risposta da parte dei due informatici, più che mai motivati nel portare avanti la lotta contro le […]