Le proposte di Confindustria favoriscono soltanto i padroni delle slot

 Su Le Inchieste di Repubblica si è svolto un altro confronto a distanza tra noi e i confindustriali che difendono le macchinette mangiasoldi. Pubblichiamo qui il testo integrale del nostro intervento, che trovate su Le Inchieste in forma di intervista: Il comitato Senzaslot contro Confindustria: “Sono proposte irricevibili e pericolose”.

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La proposta di Massimo Passamonti, presidente della federazione confindustriale Sistema Gioco Italia, è irricevibile, anzi, è pericolosa.

Abbiamo già avuto a che fare con una delle associazioni che fanno parte di Sistema Gioco, Assotrattenimento, quando ci ha scritto una “lettera aperta” molto provocatoria, che trovate a questo indirizzo. Da questa lettera emergeva una incredibile sottovalutazione del problema, come abbiamo evidenziato nella nostra risposta, ma soprattutto si metteva in luce il fastidio che i “padroni delle slot” provano verso le iniziative di contenimento e di opposizione al proliferare delle macchinette mangiasoldi. Nell’intervista rilasciata a Giovanni Tizian e Fabio Tonacci prevale un tono più suadente: Passamonti vuole mostrare il volto buono e comprensivo di Confindustria, accreditandosi come parte del fronte che si oppone alle ludopatie e al gioco illecito gestito dalle mafie.

Valutiamo il merito delle proposte e capiremo l’ipocrisia di questa posizione.

FEDERALISMO DEL VIDEOPOKER (tassa di scopo). Questo è un cavallo di battaglia dei padroni delle slot. Propongono che le tasse ricavate dal gioco, una vera e propria tassa sul disagio sociale e sulla dipendenza da slot machine, restino ai comuni invece che andare allo Stato centrale. Chiaramente l’obiettivo neanche troppo nascosto di questa idea è “comprare i sindaci”: in un periodo di feroci tagli agli enti locali, quale comune si sentirebbe di rinunciare a dei fondi preziosi? Non si tratta di nostre illazioni, Assotrattenimento lo dice esplicitamente:

“L’importante sarà che istruzione e salute siano “pagate” dal gioco […] Solo così si potrà “vedere il punto” a quegli amministratori locali e a quei politici che non vogliono le slot nei bar […] Solo così si vedrà se esiste un partito del no-gioco, ovvero se, potendone ricevere i tributi, questo partito si trasformerà in qualcosa di diverso.”

In sostanza si propone di mettere i cittadini di ogni comune d’Italia di fronte alla scelta se chiudere un asilo comunale o un presidio sanitario oppure lasciare le slot nei bar. Pensare di usare i cittadini dei ceti più poveri come “ostaggi” di questo ricatto conferma la nostra idea che su questa faccenda si giochi una battaglia che è anche “lotta di classe”. Questo vero e proprio ricatto sociale è evidentemente l’ultima spiaggia di questi imprenditori che sanno benissimo che la loro fonte di lucro gode ormai di un’impopolarità colossale in larghissima parte della popolazione. In questa situazione, le mobilitazioni dal basso come quella di Pegli (Genova) possono indurre i sindaci a ostacolare la proliferazione di macchinette, nonostante la scarsità di strumenti amministrativi che permettano di farlo.

PIANIFICAZIONE DEI PUNTI SLOT. Il mercato è praticamente saturo, quindi questa proposta, così come ordinanze comunali che limitano soltanto le nuove concessioni (ce n’è una di questo genere nella nostra città, Pavia), ha un carattere solamente cosmetico. Anzi, limitando artificialmente l’offerta garantisce una rendita maggiore a ogni esercizio “slottizzato”. Passamonti stesso esclude comunque che sia necessaria una “riduzione” dei punti. Dice che basterebbe “una mappa di tutti i punti” per semplificare i controlli, ma il punto è proprio che i controlli sono sostanzialmente impossibili con l’attuale diffusione del fenomeno e con la facile commistione di gioco lecito ed illecito.

Dalla collezione del San Diego Air & Space Museum.

STABILITÀ DEL GETTITO. Questo punto è davvero imbarazzante anche per come viene formulato. I giocatori schiavizzati dalle macchinette mangiasoldi sono trattati come mucche da mungere e si lamenta che nel 2012 i cittadini vittima di questo dramma abbiano sprecato “solo” 16 miliardi dei propri magri stipendi e pensioni invece che 18 come nel 2011. Si propone dunque di pensare a strumenti per garantire che il gettito (profitti privati + imposte per lo Stato) sia in qualche modo sostenuto, per esempio rendendo il gioco più attraente correggendo in qualche modo i software. Siamo di fronte a una inquietante idea di manipolazione delle debolezze della psicologia umana a scopo di profitto. Certo, “è il capitalismo, bellezza”, ma permetteteci di dire che è uno schifo e va fermato.

COOPTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONISMO ANTI-SLOT. Confindustria propone di indurre in tentazione, oltre ai sindaci, anche l’associazionismo che si oppone alle macchinette mangiasoldi. Si tratta di una tattica che abbiamo già visto mettere in campo da parte confindustriale con la creazione degli enti bilaterali datoriali-sindacali, o se vogliamo con la tattica di Marchionne nella FIAT: finanziare la controparte per creare “l’effetto aumm’ aumm'”. In questo caso l’idea sarebbe creare un “Osservatorio sulle ludopatie”, generosamente finanziato, di cui farebbero parte Confindustria stessa, pezzi di Chiesa, pezzi di Stato ecc. Si tratterebbe con ogni evidenza di un carrozzone utile solo ad “oliare” chi si oppone al gioco, in modo che si “ammorbidisca” un po’. Speriamo che nessuna organizzazione no-slot aderisca a una cosa simile. Da parte nostra, moltiplicheremo l’impegno per costruire “l’ala dura” del movimento no-slot, indisponibile a scendere a compromessi con un meccanismo infernale e regressivo che arricchisce alcuni immiserendo la povera gente.

Quelli di SenzaSlot.it

Pubblicato in Blog, Rassegna Stampa

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