Aderiamo anche noi all’appello per la giustizia, con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.
Aderiamo perché non è vero che gli appelli non servono a niente. Servono a far sentire che chi lotta non è isolato e può contare sulla presenza di qualcun altro, il che non è poco. Ne sappiamo qualcosa anche noi, per averlo sperimentato direttamente, dopo gli attacchi e l’esposto di Assotrattenimento contro il collettivo. Con la differenza che la libertà personale di noi quattro non è mai stata in discussione, mentre Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò sono stati presi nell’ingranaggio di un sistema penale posto a difesa della proprietà più che della persona, dell’immagine e del decoro di uno Stato più che delle libertà collettive e individuali di chi lo abita.
Aderiamo perché in quest’appello, come già in altri, si parla del modo in cui viene gestita e criminalizzata la conflittualità, e si parla del peso che hanno le parole, certe parole. Per il danneggiamento di un macchinario usato nel maledetto cantiere del TAV si finisce accusati di “terrorismo”, così come per il nostro volantino che chiedeva la fine del gioco d’azzardo liberalizzato i confindustriali hanno parlato di “delinquenti”, di “minacce”, di messa a rischio della “incolumità fisica” di migliaia di persone.
Aderiamo perché conosciamo e abbiamo enorme stima per i primi firmatari, molti dei quali sono gli stessi che hanno dato solidarietà a noi, quando lo scorso luglio è stato lanciato un appello in nostra difesa. Sappiamo che la loro è una militanza convinta, e non di facciata, al fianco delle attiviste e degli attivisti no TAV.
Aderiamo per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.
Aderiamo perché va fatto, e poche chiacchiere.
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